Bambea è un fine intellettuale progressista che rimane vittima di un incidente stradale, entra in coma e, quando si sveglia, scopre di essere diventato un verace comico romano, che si farà chiamare Bizio, e che inizierà una fulminante carriera in un esilarante e triviale sottobosco di comici di avanspettacolo. Dapprima la trasformazione non è così lampante, e i pochi volgari guizzi che sorprendono amici e parenti vengono ricondotti alle conseguenze del trauma. Ma poi, lentamente, inizia a manifestarsi una vera e propria lacerazione tra il Bambea intellettuale e il nuovo Bizio, comico e carnale, volgarissimo, insofferente alla cultura e desideroso di vivere, di divertire e divertirsi, di mangiare e di soddisfare appetiti sessuali. In un contesto tratteggiato con quell’iperbolicità che solo la commedia consente, Bambea diventa simbolo di una nuova Italia, che agogna ad “andare avanti” ma non sa in quale direzione, e che di fatto è sempre più spaccata tra la grande massa e una minuscola elite che inorridisce al suo cospetto. In Dov’è Mario? il genio di Guzzanti racconta, con i toni della commedia attraversata da una tensione narrativa ricca di colpi di scena, la generale tendenza allo svacco della nostra epoca, in cui integrità, coerenza e rigore intellettuale sono percepiti come valori noiosi, ridondanti e obsoleti e lasciano spazio alla superficialità e a una non meglio definita libertà. E tuttavia, in questo conflitto all’ultimo sangue tra Bizio e Bambea, il truce comico vivrà una crescente malinconia, e infine una vera e propria crisi di identità, perché sentirà il peso ma anche la nostalgia di quella cultura che ha disprezzato.