Tom Garvey, con la moglie Mae, lavora la terra di sua proprietà (una grande distesa a mais). L'uomo ama profondamente la terra lasciatagli dai suoi padri e fa sempre fronte ad ogni avversità. Resiste anche alla suggestione di vendere come molti vicini già fanno, cedendo alle offerte di Joe Wade, un ricco uomo d'affari (ed ex innamorato di Mae), che ha studiato un progetto per sommergere tutto, allo scopo di realizzare una centrale elettrica, necessaria per i propri campi, non così prossimi al grande fiume come quelli di Tom. Il raccolto dell'annata è scadente e Tom vende una parte degli attrezzi e macchinari più costosi, dato che la banca locale, sua creditrice, non vuole concedergli un altro prestito. Wade non manca di fare una corte discreta alla donna, per persuaderla a lasciare il marito, tenace quanto modesto. Ma Mae ama Tom ed è ben decisa a condividerne le fatiche e la volontà di lottare, restando sul posto. Per aiutare i suoi, Tom accetta in città un lavoro duro ed avvilente in una fabbrica, le cui maestranze sono in sciopero: egli è stato ingaggiato con altri, crumiri come lui. Finito il lavoro, torna a casa dai suoi. Temporali violentissimi compromettono il raccolto e costituiscono una grave minaccia, perché il fiume ha rotto gli argini. Tom trascina i suoi cari ed alcuni volenterosi vicini per fare fronte al pericolo: è un lavoro penoso e durissimo, affidato a qualche "buldozer" e, soprattutto, ai sacchetti di terra. Wade vuol profittare dell'occasione e, piombato sul posto con una squadra di gente raccogliticcia e minacciosa, fa ulteriori offerte ai presenti per impadronirsi delle singole proprietà. Ma nessuno cederà: Tom continua ad arginare il fiume prima da solo, poi aiutato dalla moglie e dai suoi due ragazzi, infine coadiuvato da tutti gli altri, ivi inclusi gli uomini di Wade. Le terre sono così salvate, dal fiume e dallo speculatore Wade, per il momento impotente. Wade, tuttavia, sa di poter aspettare...