Roma 1867, poco prima della sconfitta di Garibaldi a Mentana. La caserma Serristori viene fatta saltare provocando la morte di 23 zuavi. Vengono arrestati tre giovani rivoluzionari: Gaetano Tognetti, Giuseppe Monti e Cesare Costa. La madre naturale di quest'ultimo, la contessa Flaminia, per salvarlo ricorre a Mons. Colombo di Priverno, giudice della Sacra Consulta o tribunale penale supremo dello Stato Pontificio. Il prelato, gią in crisi non di vocazione sacerdotale ma di fiducia nella necessitą del potere temporale e, per conseguenza, disposto alle dimissioni, quando viene a sapere dalla donna di avere con lei generato il figlio 19 anni prima in un irripetuto rapporto tra i torbidi del '49, interviene; ottiene la liberazione di Cesarino e finisce per accoglierlo nella propria cantina. Tuttavia, mentre il Tognetti e il Monti verranno condannati a morte e decapitati, il conte Ottavio crede alla diceria universale su di un rapporto amoroso della moglie con il ragazzo; attende questi al varco e lo ferisce mortalmente per vendicare il proprio onore. Mons. Colombo, che ha pronunciato un discorso rivoluzionario in tribunale, incappa nelle ire del "papa nero", il generale dei Gesuiti, e verrą arrestato