Italia del Nord, secolo 18°. Cornelia, una giovane in attesa di un figlio ma non sposata, viene relegata dai genitori in alcune stanze della grande villa di famiglia in campagna. In attesa che si compia la gravidanza, le viene affiancata un'altra ragazza, Rosa, anch'essa incinta, per farle da compagnia. A sorvegliare entrambe e a fare da filtro con i genitori e con l'esterno c'è Piera, una domestica fidata in età matura. La giovane di sangue nobile si trova così costretta fianco a fianco con una servetta di estrazione popolare con la quale il dialogo risulta all'inizio estremamente difficile. Col tempo, nelle difficoltà di una vita quasi da prigione e nella consapevolezza della maternità che le aspetta, le due giovani arrivano a capire quello che le accomuna al di là della loro estrazione sociale. E tuttavia l'accettazione che l'una fa dell'altra si scontra con l'insormontabile barriera delle convenzioni. Appena nato, il figlio di Cornelia viene prelevato da Piera che, come da ordini ricevuti, deve eliminarlo. Ma anche questo si rivela per lei, donna che non ha provato la maternità, un gesto non sopportabile.