Tra i migliori film di guerra mai realizzati, tra le migliori interpretazioni di un fuoriclasse come Gregory Peck, Cielo di fuoco approda in digitale sotto le “insegne” della Fox Home Entertainment. Purtroppo, senza alcun contributo speciale, ma, da un film datato 1949, obiettivamente, non è che si possa pretendere troppo. Tanto basti, quindi, la possibilità di conservare in eterno un film di assoluto valore, per di più dotato di diverse opzioni linguistiche. Siamo nel 1942, nel cuore della Seconda Guerra Mondiale: la Gran Bretagna resiste sotto i colpi dell’aviazione tedesca, il popolo è con il suo “Leone”, Winston Churchill, che ha promesso “lacrime, sudore e sangue”, ma certo non la resa al nemico nazista. Sul suolo inglese ci sono anche le basi aeree americane, dalle quali è cominciata la riscossa: i bombardieri alleati colpiscono dal cielo la Germania. Il generale americano Frank Savage (Gregory Peck) rispetta in pieno il suo cognome: duro con sè stesso e con i suoi uomini, ha un rapporto amichevole, ma conflittuale col collega Keith Davenport (Gary Merrill), fatto di ben altra, e più umana, pasta. Quando lo sostituisce, per gli aviatori cominciano giorni d’inferno, ma anche di valore: la disciplina maniacale li porta allo stremo, così come la scelta di bombardare il suolo nemico in pieno giorno, al prezzo di rischi e perdite notevoli. Il sacrificio metterà in risalto il valore e lo stesso Savage imparerà qualcosa dai suoi uomini. Ispirato alla figura del Generale Frank K. Armstrong, realmente esistito ed ideatore dei primi bombardamenti alla luce del sole, Cielo di fuoco è uno di quei film da conservare nelle migliori videoteche per la storia, i personaggi, i valori. Praticamente, ingredienti oggi difficilmente reperibili nel cinema hollywoodiano. Una piccola curiosità: quando appare la leggendaria schermata della 20th Century Fox, non vi è nessun jingle, bensì la colonna sonora del film. In DVD, Cielo di fuoco garantisce un buon pacchetto linguistico: le tracce audio coprono inglese, francese ed italiano, la sottotitolazione, invece, le medesime lingue, con l’aggiunta dell’olandese e del greco.