Nell'anno 568 d.C., Alboino, re dei Longobardi, a capo dei suoi guerrieri, cui si sono aggiunti combattenti di altre stirpi, invade e soggioga l'Italia settentrionale. La popolazione è fatta oggetto di barbariche violenze: in un villaggio veneto la maggior parte della popolazione viene massacrata. Tra i superstiti c'è Emiliano, uomo dotato di una forza erculea, il cui padre è stato trucidato. Per vendicare le violenze, i soprusi, gli eccidi compiuti dai conquistatori, Emiliano si dà alla macchia con pochi seguaci, deciso a lottare contro gli invasori. Traendo partito dalla sua non comune robustezza fisica egli riesce ben presto ad impressionare profondamente i guerrieri del Duca Delfo, cui è stato affidato il governo della regione, seminando nelle loro file un terrore superstizioso. La fama delle gesta di Emiliano perviene fino a Re Alboino, il quale dà ordini per la cattura del ribelle. Intanto Emiliano s'innamora della figlia di Delfo, cosicché nel suo animo si combattono apposti sentimenti: un giorno, per ottenere la salvezza di alcuni ostaggi, egli si costituisce al nemico. L'amore di Landa per il giovane ribelle induce Delfo ad un insolito atto di indulgenza: egli lascia libero Emiliano, ma paga con la vita il suo nobile gesto, considerato da quei barbari un tradimento. I superstiti del villaggio, riuniti intorno ad Emiliano e Landa, varcano i confini, in cerca di una terra dove possano ricostruire la propria esistenza.