Al tempo dell'occupazione tedesca un truffatore, certo Bertone, che è sempre vissuto di espedienti, viene arrestato dalle SS: è accusato di essersi fatto versare delle somme dai parenti dei fucilati e dei deportati, vantando inesistenti aderenze presso il Comando tedesco. Ora lo stesso Bertone è esposto al pericolo di essere fucilato; ma all'alto ufficiale che lo interroga viene l'idea di valersi, per i suoi fini, dell'abilità dimostrata dall'imputato nel tessere imbrogli. Gli offre quindi la libertà se acconsente ad entrare nel carcere di San Vittore, figurando di essere il generale badogliano Della Rovere, così da poter raccogliere le confidenze dei prigionieri politici ivi detenuti e procurare alle SS preziose informazioni. L'imbroglione accetta, ma vivendo accanto a degli autentici valorosi, durante giorni di ansie mortali e notti di terrore, a poco a poco si trasforma e si redime. Bertone non tradisce i suoi compagni e insieme ad essi muore da eroe, vittima di una rappresaglia.