Nel 2004, una piccola troupe internazionale viene chiamata in Italia per collaborare con David, un attore di New York, nella realizzazione di un documentario sul possibile viaggio in Italia del famoso autore statunitense fantahorror H.P. Lovecraft, che ufficialmente, invece, non è mai uscito dagli Stati Uniti. A suffragare l'ipotesi del suo soggiorno in Italia c'è un suo manoscritto del 1926 ritrovato presso un antiquario di Montecatini nel 2002, nel quale Lovecraft descrive le sue ricerche lungo la strada per L. sulle favole narrate nel delta del Po, chiamate "Racconti del Filò". In più nel 1997 Andrea Roberti, uno studente di antropologia, aveva preparato una tesi universitaria proprio su questo stesso tema. In attesa di riuscire a intervistare Andrea, la troupe visita la Biblioteca Marciana di Venezia alla ricerca delle tracce di un'eventuale visita di Lovecraft. Quando finalmente viene intervistata la madre di Andrea si scopre che lui è sparito misteriosamente da anni, e la sua macchina è stata ritrovata abbandonata lungo le rive del Po. Questa scoperta crea dissapori tra David e il resto della troupe, e il disagio tra loro aumenta perché i rapporti con la popolazione locale, che non ama gli intrusi, si fanno sempre più difficili al punto che la loro guida li abbandona. Per il gruppo, non perdersi in un paesaggio sempre uguale e sottilmente pericoloso diventa via via più difficile finché la paura si impadronisce definitivamente di loro. Terrorizzato dopo una visita in una casa abbandonata, anche il fonico lascia il gruppo finché, grazie a un'intuizione linguistica di Simonetta, la perspicace segretaria di edizione americana, i tre superstiti trovano il bandolo della matassa...