Un anziano marchese, dissipato tutto il suo patrimonio, inizia una vita poetica di vagabondo filosofo e raccoglie un gruppetto di umili discepoli ai quali insegna la sua dottrina sulla inutilità del lavoro e del denaro. Per dimostrare la validità della sua tesi, il marchese convince un suo giovane discepolo ad abbandonare il suo lavoro; poi costruisce l'effettiva ricchezza di costui sopra la falsa diceria che questi abbia ereditato una grossa sostanza. In grazie a tale finzione il giovane perviene ad una reale agiatezza. Il filosofo, ognora più convinto delle sue teorie, rifiuta il benessere che gli viene restituito e si rinchiude nella sua squallida soffitta.