Ovidio Mainardi è, all'apparenza, un impiegato tranquillo, addetto ai calcolatori elettronici in una grande azienda. La monotonia del lavoro, la solitudine esistenziale di un matrimonio mal combinato, ove per la moglie, più del marito, conta la carriera, spinge Ovidio, con altri due soci, a sfogarsi in atti di vandalismo e di crudele cinismo, che si manifesta in una serie di delitti, vere esplosioni di crudo sadismo. Sarà un anziano commissario di polizia a riposo "Santagà" , a intuire che i delitti non hanno moventi politici, ma "ecologici". Uno dei componenti della banda si impicca in carcere; Ovidio cade sotto le pallottole del commissario, mentre il terzo socio ha tutta l'intenzione di riprendere a fare il teppista con altri individui, egualmente stressati dalla vita moderna.