Rapito un industriale, alcuni banditi uccidono i due poliziotti che li inseguivano. Convinto che entrambi i fatti, ultimi di una serie, abbiano una motivazione politica - favorire, alimentando l'irritazione popolare, l'avvento di un regime antidemocratico - il capitano di polizia Mario Murri imbocca ben presto con coraggiosa e spregiudicata indagine la pista giusta: scopre, cioè, che a muovere le fila del piano sovversivo sono il senatore Leandri e il finanziere Lanza. Costoro cercano allora di liberarsi di lui dapprima allontanandolo da Roma, poi sparandogli addosso (nell'attentato invece, muore la fidanzata del Murri). Vinto ogni scrupolo di legalità, il capitano passa all'azione: uccide Lanza e altri membri della banda, mette alle corde Leandri costringendolo a vuotare il sacco. Lo attende un'amara sorpresa: tra gli affiliati dell'organizzazione terroristica figura un suo amico, il maresciallo Costello. Durante un drammatico colloquio con costui, il capitano rischia di lasciarci la pelle: gliela salva il tempestivo intervento di un collega.