Nel periodo del tardo impero, il generale Tito Andronico, tornato vincitore dalla campagna contro i Goti, procede secondo le usanze al sacrificio del primogenito dell'imperatrice Tamora, fatta prigioniera e regalata all'imperatore Saturnino, che lui Tito ha fatto salire al trono. Respinto da Lavinia, figlia preferita di Tito, Saturnino decide allora di sposare Tamora. Costei si dimostra ben felice, intuendo le migliori possibilità per mettere in atto la propria vendetta. Sollecitati dal diabolico Aaron, uomo di colore, gli altri due figli di Tamora uccidono il fratello di Saturnino, in modo che la colpa ricada sui figli di Tito, che subito vengono individuati e decapitati. Quindi ancora i due ragazzi infieriscono su Lavinia, stuprandola e mutilandola. Deciso a farsi a sua volta vendetta, Tito convoca alcuni fedeli e manda Lucio, l'ultimo figlio superstite, a radunare un esercito di Goti. In un succedersi sempre più cruento di intrighi, Tito elimina i due figli di Tamora, che ha saputo essere colpevoli verso Lavinia. Quella sera invita Tamora a tavola, e le serve i corpi dei figli. Dopo averlo rivelato, Tito uccide Tamora con un colpo di coltello. Subito dopo Saturnino elimina Tito, ma è a sua volta ucciso da Lucio, che a questo punto si proclama imperatore.