Goto è un'isola sperduta nell'immensità dell'oceano. Sappiamo che prima del cataclisma del 12 gennaio 1887 era un fiorente impero. Ora tutto è in rovina, tutto è scalcinato e fatiscente. Già due governatori si sono succeduti, ora è la volta di Goto III che regna paternalisticamente, da tiranno bonario e capriccioso. Tutto è in dissoluzione: manca la fantasia, l'immaginazione inventiva, lo spirito di iniziativa; la stessa vita sessuale è tariffata e ad orario; la giustizia è un rito in cui la vita e la morte si decide per la sorte di un gioco; tutto è militarizzato, dall'istruzione al lavoro. I ragazzi sono in divisa dalla nascita. I cavalli e i cani valgono molto più degli uomini. Unica variante è l'amore ricambiato di Glossia (la moglie di Colo III) per Gono, il giovane tenente che la istruisce come cavallerizza. Essi hanno progettato una fuga dall'isola, con una vecchia barca, verso un'irraggiungibile regno della libertà. La barca, decrepita, si riempie d'acqua appena tocca l'oceano e la vediamo sempre sul punto di affondare. Goto III scopre l'amore di Glossia per Gono e si suicida. Gono è fucilato. Groso, l'acchiappamosche di Goto III, riesce a farsi eleggere governatore. E' innamorato pazzo di Glossia, ma questa non gli corrisponde e finge il suicidio.