Il sig. Pastorino, ricco commerciante genovese, ha un'unica figlia giovanissima, Anna, che vorrebbe dare in moglie al cugino Alessandro, giovane ricco ma gretto e di poco spirito. Anna non ha alcuna simpatia per il cugino. Un giorno, mentre ella sta tutta sola nell'ufficio del padre, le si presenta un giovane marinaio, Eugenio Devoto, venuto a portare dei documenti. Eugenio, colpito dalla bellezza di Anna, le fa audacemente la corte, con esito apparentemente negativo. Egli parte il giorno seguente. Benché l'abbia congedato bruscamente, Anna pensa spesso ad Eugenio durante gli anni, che seguono; finché dopo sei anni, non vedendo altra via d'uscita, cede alle insistenze paterne, e si rassegna a sposare Alessandro. Il giorno delle nozze, quando il sacerdote rivolge ad Anna la domanda sacramentale, una forte voce, dal fondo della chiesa, risponde: no! E' Eugenio, ritornato dall'Argentina, dove ha fatto fortuna: è venuto a perorare la propria causa. Anna si sente male, il matrimonio è rimandato; Eugenio trova modo di avvicinare la fanciulla e di dichiararle il suo amore, che Anna ricambia. Il sig. Pastorino finisce col dare il suo consenso: l'amore ha vinto. Durante la guerra, un violento bombardamento devasta un villaggio di pescatori. La folla dei senza tetto affluisce al vicino convento, del quale sono unici abitatori il vecchio Padre Guardiano, confinato dalla malattia nella sua cameretta, e un frate laico, Fratel Angelo. Commosso dalla pietosa condizione dei miseri, Fratel Angelo li accoglie in convento e li sistema in alcune stanze al pianterreno, dove i senzatetto rimangono ricoverati per anni. Quando muore il vecchio Padre Guardiano, Fratel Angelo è messo di fronte ad una penosa realtà. Le autorità competenti dell'Ordine, ignorando la caritatevole iniziativa del buon laico hanno venduto il convento ad un industriale, che si propone, di trasformarlo in un grande albergo. Malgrado l'opposizione degli interessati, l'industriale ha deciso di prender possesso del convento, subito dopo la festa del Santo protettore. Durante la festa, Fratel Angelo, nel tentativo di scuotere l'animo dell'industriale, organizza un falso miracolo; ma quando la mistificazione sta per essere denunciata, un vero miracolo si compie. L'industriale n'è vivamente impressionato: egli rinuncia agli affari e lascia il convento alla sua caritatevole missione.