Joe Wilson, un uomo incarcerato ingiustamente che si pensa sia morto nell’incendio appiccato alla prigione dalla folla inferocita che lo voleva linciare, è riuscito in qualche modo a sopravvivere. Quello che è morto, forse per sempre, è ciò in cui credeva. Perché lo scopo di Joe, adesso, è quello di assicurarsi che i suoi mancati giustizieri incontrino il destino a cui lui si è miracolosamente sottratto. Spencer Tracy è Joe, Sylvia Sidney è la promessa sposa e FURIA tiene fede all’imprevedibilità evocata dal suo titolo con l’incandescente accusa della giustizia sommaria e il tentativo di linciaggio. Nel suo primo film americano, il regista Fritz Lang (Metropolis, Il grande caldo) combina la passione per la giustizia e uno stile visivo aspro, in una pietra miliare del cinema di denuncia sociale. Nei 49 anni precedenti l’uscita di questo film, negli Stati Uniti all’incirca 6.000 persone erano rimaste vittime di linciaggi. La furia per queste tragedie - e per altre ingiustizie che verranno - rimane.