Il ladro Totò - sotto le false spoglie di tale dottor Tanzarella - è presentato da Ernesto alla moglie Silvia onde giustificare una troppo prolungata assenza con il pretesto dell'incontro con un vecchio compagno d'arme. Totò riesce così a farsi invitare ad un banchetto, che dovrà tenersi alla villa dei suoceri di Ernesto in onore di un ministro: è sua intenzione rubare il servizio di posate d'oro. L'uomo politico finisce per essere creduto il ladro delle posate: per amore della carriera Ernesto si autoaccusa del furto ... Chiariti tutti gli equivoci, a cui si aggiungono molteplici gelosie e rivalità amorose, Totò abilmente si impadronisce delle posate e si allontana tra l'ossequio di tutti, giacché è ritenuto, nelle sue vesti di dottor Tanzarella, il medico di Mussolini