Nel rigido inverno del 1946-1947, Don Camillo viene allontanato dalla sua parrocchia di Brescello per punizione e trasferito nel remoto villaggio montano di Montenara, dove svolge il suo ministero in una chiesa frequentata solo dalla perpetua. Nel frattempo, a Brescello, il sindaco Peppone si trova in difficoltà: la popolazione è scontenta dell’allontanamento del parroco e si rifiuta di celebrare matrimoni, battesimi e funerali, causando problemi anche economici al Comune. Peppone, pur essendo il responsabile dell’esilio di Don Camillo, si rende conto che solo il suo ritorno può riportare la pace. Don Camillo torna a Brescello e si ritrova subito coinvolto in una nuova disputa: Cagnola, un ricco proprietario terriero, si oppone alla cessione di parte delle sue terre per costruire un argine lungo il Po, necessario per prevenire le alluvioni. La tensione culmina in un alterco in cui Cagnola ferisce il compagno detto “il Nero”, e Peppone, a sua volta, crede di averlo ucciso. Quando il fiume Po rompe gli argini, l’intero paese viene sommerso. Don Camillo e Peppone, nonostante le divergenze politiche, uniscono le forze per salvare la popolazione, lottando fianco a fianco contro la furia della natura. Il film si chiude con un messaggio di solidarietà, speranza e fratellanza, in cui la fede e il senso civico si fondono per il bene comune.