In una zona della campagna toscana vicino a Livorno, la vita di Mario, salernitano sradicato, è sull'orlo del tracollo. Il ristorante di cui è proprietario non ha più clienti, il suo matrimonio è ormai fallito, e in più incombe la prospettiva di passare il Natale in totale solitudine. Poco distante, anche Renato, Luciano e Tatiana sono nei guai. Perso il lavoro come operai, hanno messo in piedi un allevamento di struzzi in un casale mezzo abbandonato e sperano in un successo dell'iniziativa. Ma intanto i debiti sono cresciuti e i fornitori incombono con le loro fatture. Una via d'uscita si profila: l'attuale compagno di Patrizia, sorella di Renato, è un assessore regionale che potrebbe garantire l'assegnazione alla piccola azienda di un contributo utile a far tacere i creditori. Patrizia e Mario (così si chiama l'assessore) vengono invitati per la cena della vigilia di Natale. Mentre Patrizia, che è hostess, fa sapere di essere in ritardo, Renato e Luciano vanno alla stazione ad accogliere Mario. Nessuno conosce l'altro e così basta poco perchè il Mario proprietario del ristorante (appena uscito da un fallito tentativo di suicidio sotto le rotaie e che si aggira smarrito per la stazione) venga scambiato per il Mario assessore e accompagnato al casale. Qui tutta la famiglia lo accoglie con entusiasmo e lo ricopre di attenzioni per tutto il giorno della vigilia. Finchè la mattina di Natale, mentre fuori è tutto innevato, Mario dice ad Annalisa, segretaria dell'azienda, dell'equivoco creatosi. Anche gli altri vengono a saperlo. Renato è furente. Mario sta per andarsene, poi torna indietro. Si mette a preparare il pranzo di Natale, che tutti mostrano di apprezzare. Renato lancia l'idea di mettere su nel casale un ristorantino. Intanto dalle uova nascono i nuovi struzzi.