Novembre 1878. Giovanni Passannante, giovane cuoco della Basilicata, vende la propria giacchetta per pochi spiccioli e compra un coltellino per un attentato al re d'Italia, Umberto I. Gli procura solo qualche graffio, ma viene condannato a morte, poi graziato e spedito a marcire in una segreta sotto il livello del mare a Portoferraio, sull'isola d'Elba, quindi, ormai ridotto alla follia, trasferito nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino dove muore nel 1910. Gli verrą negata la sepoltura e il cranio e il cervello saranno esposti nel Museo criminologico di Roma. Da quel momento in poi, Passannante e la sua storia cadono nel dimenticatoio fino a quando tre uomini testardi, idealisti e un po' incoscienti decidono ? a fine anni Novanta ? di intraprendere una lunga battaglia per dare sepoltura ai resti del cuoco lucano, ancora conservati nel museo romano. La missione dei tre si conclude nel maggio 2007, quando finalmente Giovanni Passannante viene tumulato nel cimitero di Savoia (Salvia) di Lucania, paese in cui nacque nel 1849.