Un agente dell'UNESCO (nulla a che vedere con l'organizzazione ONU di tutela dei beni culturali) scopre che in una bottiglia di vino prodotta da una nota casa vinicola italiana è contenuto del sangue. La scena si sposta nell'Emilia-Romagna dei primi anni '70. Una coppia di hippies, nel loro girovagare, si imbattono in un certo Antonio che li accompagna nella villa dove lui vive con la sorella ed il cognato. Nella suntuosa abitazione i due giovani incontrano strani personaggi: una zingara, una prostituta e un inquietante ubriacone. Il padrone di casa li tranquillizza dicendo che egli è solo un produttore di vini ed ama ospitare strana gente. In realtà il signor Antonio è un pazzo che ha creato un meccanismo, una sorta di robot in grado di succhiare il sangue dai corpi umani.