Ispirandosi alla sua autobiografia Zeffirelli ricostruisce la propria infanzia e adolescenza (fino alla scoperta della propria vocazione artistica) attraverso il ricordo del suo soggiorno fiorentino in mezzo ad un gruppo di strambe e pettegole nobildonne britanniche, soprannominate le scorpione, che, tra un tè e una passeggiata, si godono l'arte e ricoprono di possessivo affetto il piccolo protagonista, figlio naturale di un commerciante di tessuti. Al gruppo femminile, poi, si aggiungono due americane, un'archeologa e una detestata stellina di Ziegfield. Pregevole ricostruzione d'ambiente, interpreti magistrali per un film nostalgicamente personale.