Il comm. Albertini, proprietario di un'azienda industriale che fabbrica formaggi, è un reazionario; ma ha una gran paura dei comunisti. Reso sospettoso dalla paura, egli raccogliendo delle vaghe voci, si persuade che Roberto, timido impiegato dell'azienda, sia il capo della cellula comunista, che s'annida nella fabbrica. Per tener lontani immaginari pericoli, ch'egli teme per la sua industria e per la sua persona, il comm. Albertini decide di render innocuo il maggiore avversario, colmandolo di favori. Egli invita in casa sua Roberto, lo promuove, cerca di fargli apprezzare la dolcezza di un'agiata vita borghese. Roberto da prima si stupisce, poi s'abitua alla benevolenza del principale, tanto più che a quest'opera di seduzione collabora Silvia, la bella figlia del commendatore, felice d'amore e di sposare un così intrepido rivoluzionario. Poco dopo le nozze, Roberto, avendo scoperto la verità, obbliga Silvia a seguirlo nel suo povero alloggio e propone al suocero una serie di radicali provvedimenti a favore degli operai. Albertini da prima acconsente, ma poi si rimangia tutte le sue promesse, quando Silvia gli rivela quale sia la vera personalità del timido Roberto. Alla fine però tutto s'accomoda: i due sposi hanno imparato ad amarsi, gli operai sono contenti dei benefici ottenuti ed anche il pauroso industriale si sente rassicurato e confortato.