Per sottrarsi alla pioggia, tre persone si rifugiano sotto il portale del tempio di Rasho-Mon: un prete buddista, un taglialegna e un servo. I primi due sono turbati per un fatto avvenuto pochi giorni avanti. Un samurai è stato ucciso nel bosco: i sospetti dell'autorità si concentrano sul brigante Tagiomaru, che arrestato afferma d'aver violentato Mesago, moglie del samurai, e di essersi poi battuto a duello col marito. Ma viene smentito da Mesago, la quale afferma che, dopo la violenza, aveva essa stessa ucciso il marito per non sopportare il suo disprezzo. Per appurare la verità, i giudici fanno evocare lo spirito del samurai. Questi afferma che Mesago, dopo essere stata posseduta, ha invitato il brigante ad assassinare suo marito. Tagiomaru si è rifiutato; ma il samurai, non potendo sopportare l'obbrobrio s'è ucciso. Tutti mentono, si domanda, desolato, il prete buddista. Si ode dal tempio il pianto d'un bimbo, abbandonato: il taglialegna, che ha già sei figlioli, lo raccoglie per allevarlo coi suoi.